caos certificati sportivi
29.08.2013 19:28Caos certificati sportivi, a rischio le attività
Nota della Redazione: “Ed ecco che quanto temuto sta accadendo: sono state modificate e/o abrogate norme (Decreto Balduzzi) emesse, in quanto “fondamentali per aumentare la tutela della salute del cittadino”, solo pochi giorni fa. Ma se erano così importanti perché allora sono state modificate e/o abrogate?!?!?!
Nonostante l’esistenza di una specializzazione in Medicina dello Sport, il controllo della salute dello sportivo viene demandato al medico generico, che ora deve anche decidere se effettuare o meno esami di approfondimento … Ed è falso anche parlare di ulteriori spese: il certificato che rilascia il medico di base o il pediatra di base per la pratica sportiva amatoriale è a pagamento (e non prevede alcun esame strumentale): perché allora non effettuare un controllo specialistico con un esperto, il cui costo non è significativamente diverso da quello sostenuto per la visita del medico di base?”
I medici di base si chiedono perplessi cosa fare, mentre i cardiologi esprimono a gran voce la loro contrarietà. A pochi giorni dalla riapertura delle scuole e dalla ripresa per molti italiani (12 milioni secondo l’Istat) della attività sportive, sulle nuove norme del Dl Fare che riguardano le certificazioni regna, a detta dei medici, il caos.
L’intento del decreto, convertito in legge il 9 agosto, era semplificare, eliminando l’obbligo del certificato in caso di attività ludico motoria e amatoriale e mantenendolo nei casi di attività sportiva non agonistica, lasciando al medico o pediatra di base la scelta di procedere con nuovi accertamenti, come l’elettrocardiogramma, ma per ragioni diverse queste norme hanno lasciato perplessi coloro che sono direttamente coinvolti. I medici di famiglia, che rilasciano materialmente i certificati, si dicono confusi sulle procedure, e gli specialisti come i cardiologi chiedono alla politica un ripensamento, parlando di gravi rischi che potrebbero essere generati dall’abolizione per l’attività sportiva non agonistica dell’obbligatorietà dell’elettrocardiogramma, un esame salvavita in grado di rilevare delle anomalie anche gravi che possono sfuggire all’occhio clinico del medico, anche quello più allenato.
“La nuova legge elimina l’obbligo di produrre certificati in caso di attività ludico motoria e amatoriale, ma non è stata abrogata la norma che rendeva obbligatorio produrre questa documentazione , è ragionevole ritenere che a qualcuno verrà ancora richiesta” scrive in una lettera indirizzata al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, in cui si chiedono chiarimenti sulle procedure da adottare , Giacomo Milillo segretario generale della Fimmg, Federazione italiana dei medici di medicina generale.
Milillo sottolinea inoltre che le norme che lasciano al medico la responsabilità di scegliere se praticare l’elettrocardiogramma per l’attività sportiva non agonistica sono rischiose “perché la scelta di non praticarlo in un contenzioso legale potrebbe essere configurata come imprudenza”. “La funzione dell’elettrocardiogramma è proprio quella di mettere in evidenza patologie assolutamente insospettate che possono essere causa di morte cardiaca improvvisa – rileva invece Francesco Fedele direttore del Dipartimento di Cardiologia dell’Università La Sapienza di Roma – neanche il clinico più perspicace potrebbe identificare, in base all’anamnesi, coloro che hanno necessità di un elettrocardiogramma dal momento che, anche in assenza di qualsiasi indizio clinico, questo esame può rilevare anomalie dalle conseguenze potenzialmente letali”. “Meglio sarebbe tornare alle norme istituite dal ministro Balduzzi, che prevedevano l’elettrocardiogramma obbligatorio per chi voleva fare attività sportiva” conclude Fedele.
(Fonte: fimmg, la sapienza)
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Certificati per attività sportiva non agonistica: ulteriore modifica - Possiamo considerarci un paese normale? O, meglio, c’è qualcosa di normale in questo paese?
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 169 del 20 luglio 2013 era stato pubblicato il Decreto del Ministro della Salute 24 aprile 2013 “Disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita” comprendente nuove e stringenti regole per il rilascio dei certificati ed anche i modelli degli stessi (2013 FNOMCeO Decreto certificazione attività sportiva non agonistica).
Dopo appena un mese, il 21 agosto 2013, è entrato in vigore il Decreto “del Fare” (D.L. 21 giugno 2013, n. 69, Legge di conversione 9 agosto 2013, n. 98) che cambia nuovamente le regole e restituisce al medico certificante la responsabilità di eventuali accertamenti.
Art. 42-bis
Ulteriore soppressione di certificazione sanitaria
1. Al fine di salvaguardare la salute dei cittadini promuovendo la pratica sportiva, per non gravare cittadini e Servizio sanitario nazionale di ulteriori onerosi accertamenti e certificazioni, è soppresso l’obbligo di certificazione per l’attività ludico-motoria e amatoriale previsto dall’articolo 7, comma 11, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189, e dal decreto del Ministro della salute 24 aprile 2013, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 169 del 20 luglio 2013.
2. Rimane l’obbligo di certificazione presso il medico o pediatra di base per l’attività sportiva non agonistica. Sono i medici o pediatri di base annualmente a stabilire, dopo anamnesi e visita, se i pazienti necessitano di ulteriori accertamenti come l’elettrocardiogramma.
(Fonte: Ordine dei Medici di Terni – Agosto 2013)
Medici base, per fare sport serve il certificato. E l’elettrocardiogramma?
di Redazione Blitz
ROMA – Per fare sport serve il certificato medico, questo è assodato. E l’elettrocardiogramma? Le nuove norme sui certificati medici per le attività sportive non agonistiche introdotte con il Decreto del Fare rischiano di creare confusione, e necessitano di un qualche chiarimento. A lanciare l’allarme è il segretario della Fimmg, il principale sindacato dei medici di famiglia, Giacomo Milillo, in una lettera indirizzata al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e al presidente della federazione degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Amedeo Bianco.
La pensata fatta dall’ex ministro della Salute Renato Balduzzi, rischiava infatti di far scoppiare una vera e propria bomba.
L’obbligatorietà di esami come l’elettrocardiogramma per la pratica non agonistica è stata perciò abrogata da alcune settimane, con un emendamento al Dl Fare. Ma la precedente norma che lo istituiva non è stata ancora abrogata, incastrando il medico nell’incertezza burocratica. Sì perché un certificato rilasciato senza ecg potrebbe poi essere considerato, in sede legale, un’imprudenza che costerebbe cara ai medici di base.
”Si ritiene opportuno segnalare che la formulazione delle modifiche introdotte dal Decreto – si legge nella lettera – determina criticità interpretative e applicative, altresì aggravate dal mantenimento della piena legittimità delle norme precedentemente emanate”.
In particolare, spiega Milillo, sotto accusa è la parte del decreto del Fare che afferma che è il medico di base che deve decidere se richiedere ulteriori esami prima di rilasciare il certificato.
”Alla luce dell’attuale formulazione della norma – sottolinea la lettera – la mancata effettuazione dell’elettrocardiogramma in caso di contenzioso legale potrebbe essere configurata come imprudenza. Ciò impone la prescrizione dell’approfondimento diagnostico”.
Va da sé che ogni palestra, scuola, associazione sportiva, vorrà il suo bravo certificato e il suo indispensabile elettrocardiogramma. E chi li farà tutti questi elettrocardiogrammi? Chissà che liste d’attesa negli ambulatori, per il concentrarsi in pochi giorni di centinaia di migliaia di richieste. E quanto ma soprattutto a chi costerà tutto questo certificare? Alle famiglie che decideranno di sobbarcarsi un’ulteriore spesa, facendo tutto a pagamento o al già esangue sistema sanitario italiano?
Sport amatoriale, con il decreto del fare via l’obbligo di certificazione
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Passato un emendamento dei senatori Puglisi (Capogruppo Pd VII Commissione Senato) e Vaccari che rivede il sistema di certificazioni voluto dall’ex ministro alla Salute Balduzzi. Il commento dell’ex presidente Uisp: “Una manna per i cittadini e le associazioni sportive”
ROMA – “Abbiamo eliminato tutti gli effetti perversi del decreto Balduzzi sullo sport con il Decreto del fare”. Ad annunciarlo è Filippo Fossati, deputato del Partito democratico ed ex presidente dell’Unione italiana sport per tutti (Uisp) al termine della conferenza stampa di presentazione della proposta di legge che prevede semplificazioni burocratiche e un particolare regime fiscale per le associazioni sportive tenutasi a Montecitorio. Grazie ad un emendamento dei senatori Francesca Puglisi (Capogruppo PD VII Commissione Senato) e Stefano Vaccari è stato abrogato, infatti, l’obbligo di certificazione per l’attività ludico-motoria e amatoriale previsto dall’art. 7, comm 11, del DL 158 del 2012. Rimane l’obbligo di certificazione presso il medico o pediatra di base per l’attività sportiva non agonistica.
Per Fossati si tratta di “una manna per le associazioni sportive che il primo settembre avrebbero dovuto dire a chi voleva praticare sport di fare ulteriori certificazioni a spese proprie. Sarebbe stato un disastro per i cittadini”. Secondo Fossati, infatti, il decreto Balduzzi aveva imposto delle nuove certificazioni con costi a carico dei cittadini anche per le attività sportive più leggere. “Il nuovo certificato doveva chiamarsi certificato per l’attività ludico motoria, il che significava anche per fare attività anche leggere, come una corsa, un torneo di calcetto* e anche in luoghi non prettamente sportivi”. Certificati, che in alcuni casi avrebbero potuto comportare anche costi superiori a 50 euro, a seconda del tipo di analisi richieste, mentre per “attività più strutturate – ha aggiunto Fossati -, non agonistiche, al certificato il decreto Balduzzi aggiungeva l’elettrocardiogramma”. Tutto rimane così come prima del decreto Balduzzi, quindi. Il testo del decreto, spiega Fossati, andrà in aula “blindato” e non si potrà entrare nel merito per eventuali modifiche.
* Nota della redazione: chi può definire una “corsa” (effettuata a che velocità, su che terreno …?) o un “torneo di calcetto” (praticato da un soggetto in peso normale, in sovrappeso, allenato, non allenato …?) “attività leggera“?
Lenti a contatto: gli errori da evitare per proteggere gli occhi
La Società Oftalmologica Italiana (SOI) rivela che ogni giorno in Italia una persona perde un occhio a causa del cattivo uso delle lenti a contatto. Un dato allarmante che viene confermato dai risultati di uno studio condotto da Nextplora per conto della SOI. Eye Care: vissuto e percezione degli utilizzatori di lenti a contatto, il titolo della ricerca sull’uso e la gestione delle lenti a contatto in Italia, ha coinvolto un campione rappresentativo di 2.778 italiani tra i 18 e i 45 anni e ha dimostrato che solo il 19% delle persone esaminate le cura come dovrebbe.
Nel nostro Paese sono circa 2 milioni gli individui che utilizzano normalmente le lenti a contatto (per lo più quelle morbide, mensili o quindicinali) e il 64% è costituito da donne fra i 25 e i 34 anni, molto attente al benessere personale e alla cura di sé. Eppure coloro che provvedono a strofinare le lenti tra le dita e a detergerle con apposite soluzioni prima della conservazione sarebbero davvero poche (2 su 10). Antonio Mocellin, vicepresidente SOI, sottolinea che si tratta di procedure «fondamentali per la conservazione della lente, oltre che per la corretta igiene dell’occhio. Il “massaggio” della lente con la soluzione unica serve a ripulirla delle proteine che vi si depositano con l’uso e bisogna farlo sempre. Mentre i contenitori delle lenti devono essere sostituiti ogni mese. Diverso discorso per le “one day” e le semirigide: le prime devono essere buttate via dopo l’uso, anche se sono state portate per poche ore; le altre sono meno a rischio di infezioni, ma va ugualmente utilizzata una igiene scrupolosa».
L’errore più comune tra gli utilizzatori è quello di lavare le lenti sotto l’acqua del rubinetto o di farsi la doccia con le lenti a contatto sugli occhi. Si tratta di due pratiche molto pericolose, perché nell’acqua corrente possono essere presenti microrganismi molto dannosi. Il più comune è l’acantoameba, capace di provocare ascessi e cheratiti corneali irreversibili, ma candida, streptococco, stafilococco, pseudomonas sono agenti d’infezioni altrettanto pericolosi. Una delle cause del cattivo uso delle lenti a contatto e della mancanza di informazioni corrette, secondo Matteo Piovella – segretario SOI –, è da ricercare nella frattura, tipicamente italiana, che c’è tra oculisti e ottici. Una frattura da saldare per tutelare il benessere di milioni di italiani che troppo spesso decidono di abbandonare l’uso delle lenti a contatto (25-30%) e per incentivare l’utilizzo di un sistema che nel nostro Paese resta al di sotto del 40% rispetto alle altre nazioni d’Europa.
(Fonte: FAROMED.IT)
I carabinieri dei N.A.S. in Medicina dello Sport: finalmente un “giro di vite” ai controlli sulle pratiche medico-sportive non a norma di legge
Medico condannato perché non eseguiva le visite sportive
Rilasciava certificati d’idoneità per svolgere attività agonistica senza eseguire le visite e gli esami clinici. Per questo motivo, un medico sportivo viterbese è stato denunciato dai carabinieri del Nas di Rieti.
E’ accusato di falso ideologico e violazione della legge regionale in materia di tutela sanitaria delle attività sportive. Gli atleti che avrebbero ”beneficiato” dei suoi certificati sarebbero una ventina. Insieme a lui, per i medesimi reati, sono stati denunciati altri due medici sportivi di Roma.
I tre professionisti, secondo quanto accertato dagli investigatori, avrebbero attestato falsamente l’ubicazione dell’ambulatorio ed avrebbero esonerato gli atleti da analisi di laboratorio, spirometrie ed elettrocardiogrammi, obbligatori per legge.
I carabinieri, controllando le certificazioni rilasciate agli atleti di una decina di associazioni calcistiche iscritte ai campionati regionali e provinciale di seconda e terza categoria, hanno riscontrando irregolarità nei confronti di oltre 40 atleti. I tre sanitari, che operavano in maniera disgiunta, in alcuni casi contattati direttamente dalle società e in altri direttamente dagli sportivi, verranno anche segnalati all’Ordine dei Medici per i relativi provvedimenti disciplinari.
(Fonte: Ministero della Salute)
Certificati sportivi, dal primo agosto più oneri per i medici
Attività sportiva e certificati medici: dal prossimo primo agosto cambiano le regole che diventano più severe. E di conseguenza anche gli oneri per i medici e i pazienti.
Il decreto, approvato lo scorso 24 aprile, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 169 del 20 luglio 2013 e prevede, per quanto riguarda i certificati per l’attività sportiva non agonistica, l’obbligo per gli studenti che svolgono attività fisico-sportive organizzate dalle scuole nell’ambito delle attività parascolastiche di sottoporsi a un controllo medico annuale effettuato da un medico di medicina generale, un pediatra di libera scelta o un medico dello sport.
A questi vanno aggiunti i partecipanti ai giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale e le persone che svolgono attività organizzate dal Coni o da società affiliate alle Federazioni o agli Enti di promozione sportiva che non siano considerati atleti agonisti.
In pratica le certificazioni sono divise in tre tipi, con una modulistica conseguente: certificato di idoneità alla pratica ludico motoria; alla pratica di attività sportiva di tipo non agonistico e alla pratica di attività sportiva di elevato impegno cardiovascolare. Per il primo, è obbligatorio l’elettrocardiogramma con validità annuale; per il secondo, che riguarda i giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale, occorre un elettrocardiogramma a riposo e per il terzo l’elettrocardiogramma e uno step test o un test ergometrico con monitoraggio dell’attività cardiaca. La visita consisterà nella misurazione della pressione arteriosa e in un elettrocardiogramma a riposo. Regole più stringenti sono previste per chi partecipa ad attività ad elevato impegno cardiovascolare come manifestazioni podistiche oltre i 20 km o le gran fondo di ciclismo, nuoto o sci: in questo caso verranno effettuati accertamenti supplementari.
Per quanto concerne i defibrillatori, le società sportive dilettantistiche e quelle sportive professionistiche dovranno dotarsi di defibrillatori semiautomatici. Sono escluse le società dilettantistiche che svolgono attività a ridotto impegno cardiocircolatorio. Le società dilettantistiche hanno 30 mesi di tempo per adeguarsi, quelle professionistiche 6.
Gli oneri sono a carico delle società, ma queste possono associarsi se operano nello stesso impianto sportivo, oppure possono accordarsi con i gestori degli impianti perché siano questi a farsene carico. Il decreto ministeriale contiene linee guida dettagliate sulla dotazione e l’utilizzo dei defibrillatori. Dovrà essere presente personale formato e pronto a intervenire e il defibrillatore deve essere facilmente accessibile, adeguatamente segnalato e sempre perfettamente funzionante. I corsi di formazione sono effettuati dai Centri di formazione accreditati dalle singole Regioni.
Alla fine sarà più difficile per il cittadino frequentare piscine, palestre e gruppi sportivi organizzati; per esempio l’elettrocardiogramma a riposo sarà obbligatorio per gli uomini con più di 55 anni e le donne con più di 65 oppure se si è affetti da una patologia cronica, tipo ipertensione, diabete e bronchite cronica o ancora se si è uno studente che partecipa ai Giochi della Gioventù. Alla fine per il medico si aprono due strade: negare il certificato o inviare il paziente dal cardiologo, cosa che farà lievitare i costi.
Nota della Redazione: Non sarebbe forse meglio inviare il paziente allo specialista in Medicina dello Sport?
Farmaci e estate: le regole per evitare brutte sorprese
Il caldo è nemico dei medicinali. Ecco i venti consigli dell’Agenzia del farmaco per non incorrere in spiacevoli incidenti
Con l’approssimarsi della stagione calda, l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) suggerisce alcune semplici precauzioni su conservazione, trasporto e corretta assunzione dei medicinali da adottare per un’estate in salute.
Ecco le 20 regole da osservare:
1- Qualora l’aspetto del medicinale che si utilizza abitualmente appaia diverso dal solito o presenti dei difetti (presenza di particelle solide in sospensione o sul fondo, cambio di colore o odore, modifica di consistenza), consulta il medico o il farmacista prima di assumerlo. Tieni presente che non sempre l’aspetto, l’odore o il colore del medicinale rivelano se si è verificata un’alterazione. Pertanto non assumerlo se hai dubbi sull’integrità del prodotto. Segnala al medico qualsiasi malessere, anche lieve, in concomitanza con una terapia farmacologica, perché non tutti i farmaci possono avere effetti facilmente correlabili al caldo.
2- Nel caso di un farmaco presente in diverse forme farmaceutiche e in assenza di specifiche controindicazioni (ad esempio la difficoltà di deglutizione), sono preferibili le formulazioni solide rispetto a quelle liquide che, contenendo acqua, sono in genere maggiormente sensibili alle alte temperature (termolabili).
3- Per essere certo di conservare il medicinale nel modo corretto, leggi attentamente le modalità di conservazione indicate nelle informazioni del prodotto. Qualora queste non siano specificate, conserva il medicinale in luogo fresco e asciutto a una temperatura inferiore ai 25°.
4- Nel caso non sia possibile conservarlo in frigo e, in caso di viaggi o soggiorni fuori casa, trasportalo in un contenitore termico. Agenti atmosferici come eccessiva luce e/o sbalzi di temperatura possono infatti deteriorare i medicinali. Evita sempre, comunque, di esporli a fonti di calore e a irradiazione solare diretta.
5- Se esponi i medicinali per un tempo esiguo (una o due giornate) a temperature superiori a 25° non ne pregiudichi la qualità, ma, per un tempo più lungo, ne riduci considerevolmente la data di scadenza. Se invece la temperatura di conservazione è specificatamente indicata, non rispettarla potrebbe addirittura renderli dannosi per la salute.
6- Evita l’uso di contenitori (portapillole) non esplicitamente destinati al trasporto di farmaci, in quanto potrebbero facilmente surriscaldarsi o rilasciare sostanze nocive ed alterare così le caratteristiche del medicinale. Estrai dal contenitore originale (flacone, blister, etc) solo la dose destinata alla somministrazione quotidiana
7- Se acquisti farmaci, non tenerli per ore in auto al caldo e portali a casa appena puoi. Se hai bisogno di conservare i medicinali di emergenza in auto, chiedi al tuo farmacista di consigliarti un contenitore sicuro che ti consentirà di mantenere il farmaco alla corretta temperatura. Anche farmaci comuni possono produrre effetti potenzialmente dannosi se esposti a temperature troppo elevate.
8- Se soffri di una patologia cronica come il diabete o di una malattia cardiaca, un’alterazione di una dose di un farmaco fondamentale, come l’insulina o la nitroglicerina, può essere rischiosa. Ricorda che i farmaci a base di insulina vanno conservati in frigorifero. In caso di lunghi viaggi o se hai necessità di tenerli in auto per emergenza, conservali in un contenitore sicuro che li mantenga alla giusta temperatura. Presta particolare attenzione anche con gli antiepilettici e gli anticoagulanti. Piccole modificazioni in farmaci come questi possono fare una grande differenza per la tua salute. Alcune alterazioni che potrebbero verificarsi in antibiotici e/o aspirina potrebbero causare danni ai reni o allo stomaco. Ma non è tutto: una crema a base di idrocortisone, ad esempio, per effetto del calore potrebbe separarsi nei suoi componenti e perdere di efficacia.
9- Se utilizzi farmaci in forma pressurizzata (spray), evitane l’esposizione al sole o a temperature elevate e utilizza contenitori termici per il trasporto.
10- Qualsiasi tipo di striscia per test diagnostici, come ad esempio quelle utilizzate per verificare i livelli di zucchero nel sangue, la gravidanza o l’ovulazione, è estremamente sensibile all’umidità, che potrebbe causarne l’alterazione e dare una lettura non corretta. Evita di conservarle in luoghi umidi o eccessivamente caldi.
11- I farmaci per la tiroide, i contraccettivi e altri medicinali che contengono ormoni sono particolarmente sensibili alle variazioni termiche. Questi sono a volte a base di proteine, che per effetto del calore cambiano proprietà. Anche in questo caso conservali in ambienti freschi e a temperatura costante.
12- Sebbene sia difficile immaginare temperature di congelamento in piena estate, tieni presente che anche il freddo eccessivo può causare alterazioni dei farmaci. L’insulina, ad esempio così come i farmaci in sospensione, possono perdere la loro efficacia se congelati. Non conservali a temperature inferiori ai 2° C.
13- Non inserire farmaci diversi in una sola confezione e non mescolarli in uno stesso contenitore per risparmiare spazio in valigia: potresti avere poi delle difficoltà a riconoscere la data di scadenza, la tipologia del medicinale e il dosaggio.
14- Se devi affrontare un lungo viaggio in auto, trasporta i farmaci nell’abitacolo condizionato e/o in un contenitore termico. Evita invece il bagagliaio che potrebbe surriscaldarsi eccessivamente.
15- Durante il viaggio in aereo, colloca i farmaci nel bagaglio a mano. In caso di flaconi liquidi di medicinali già aperti, mantienili in posizione verticale. Se sei in terapia con farmaci salvavita porta in cabina tali medicinali con le relative ricette di prescrizione, poiché potrebbe essere necessario esibirle nelle fasi di controllo.
16- Se devi necessariamente spedire dei medicinali scegli sempre le compresse o comunque forme solide.
17- Alcuni farmaci possono causare reazioni da fotosensibilizzazione (reazioni fototossiche o fotoallergiche che solitamente sono costituite da manifestazioni cutanee come dermatiti, eczemi, ecc.) a seguito dell’esposizione al sole. Controlla attentamente le istruzioni in caso di assunzione di: antibiotici (tetracicline, chinolonici), sulfamidici, contraccettivi orali (pillola), antinfiammatori non steroidei (FANS), prometazina (antistaminico).
18- Evita l’esposizione al sole dopo l’applicazione di gel/cerotti a base di ketoprofene (fino a due settimane dopo il trattamento) o creme a base di prometazina, queste ultime spesso utilizzate per le punture di insetti o allergie cutanee; in caso lava accuratamente la zona interessata, in modo da evitare la comparsa di macchie o, peggio, vere e proprie ustioni. Per tutti gli altri medicinali in forma di gel/crema verificane la compatibilità con l’esposizione al sole.
19- Il caldo può provocare l’abbassamento della pressione anche in soggetti ipertesi, pertanto la terapia dell’ipertensione arteriosa (ACE inibitori in associazione o meno con diuretici, sartani, calcio antagonisti, diuretici, beta bloccanti, bloccanti dei recettori alfa adrenergici) e di altre malattie cardiovascolari potrebbe richiedere un riadattamento da parte del medico/specialista nel periodo estivo. Tieni presente che le terapie in corso non vanno mai sospese autonomamente; una sospensione anche temporanea della terapia senza il controllo del medico può aggravare severamente uno stato patologico. È opportuno, inoltre, effettuare un controllo più assiduo della pressione arteriosa.
20- Intorno agli occhi, nel periodo estivo, non utilizzare prodotti che con il calore potrebbero entrare a contatto con la superficie oculare (creme o pomate non idonee all’uso oftalmico).
(9 Luglio 2013 - REDAZIONE)
Nuove lamentele degli specialisti in Medicina dello Sport dopo l’attacco del prof. Fedele (SIC)
Egregio Presidente,
ecco la mail di uno specializzando in Medicina dello Sport, molto preoccupato e … arrabbiato:
sono uno specializzando in Medicina dello Sport e come è ovvio sono preoccupato del mio futuro lavorativo.
Ho letto con disappunto le dichiarazioni del Prof. Fedele della Sic. Ma questa è solo la punta dell’ iceberg di una campagna delegittimatoria del nostro ruolo e della nostra professionalità che i cardiologi portano avanti da diverso tempo.
Si potrebbe discutere dell’ ambiguità del DM 18/02/82, della circolare ministeriale del 18/03/1996 non pienamente applicata sul territorio nazionale (Veneto) e di altro ancora …
Roma 31 maggio 2013
LETTERA APERTA AL PROF. MAURIZIO CASASCO
PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE MEDICO SPORTIVA ITALIANA
Egregio Presidente,
Le scrivo a nome degli specialisti in Medicina dello Sport e degli oltre 28.000.000 di visitatori che leggono le notizie del portale SPORT&MEDICINA e che, dopo la pubblicazione del decreto Balduzzi, mi hanno scritto non capendo più quale sia la reale situazione delle certificazioni medico-sportive.
Dopo un Decreto che, a parere dei medici dello sport, ha svilito ulteriormente una specializzazione già scarsamente considerata (dando però un ulteriore possibilità di guadagno a medici generici ecc.), sono iniziati anche gli attacchi e le esternazioni dei cardiologi, da sempre contro la Medicina dello Sport, una specializzazione che toglie loro utenza e visibilità.
Lo specialista in medicina dello sport [per colpa talvolta dei medici stessi e delle strutture (ASL) che nonostante gli obblighi di legge non hanno mai effettuato quei controlli di qualità necessari per migliorare un servizio] è considerato solo “quello che firma il certificato …”.
La Medicina dello Sport è invece una medicina di tipo preventivo, fondamentale sempre, ma soprattutto in età giovanile e dopo i 35-40 anni, per valutare la condizione fisica di uno sportivo e per fornirgli, se è un giovane che inizia lo sport, le indicazioni più corrette per la pratica dello stesso e tutti quei consigli inerenti l’alimentazione e i mezzi di prevenzione e cura delle patologie ad insorgenza giovanile (eccesso ponderale, scoliosi, piede piatto o cavo ecc.), o se viceversa è un adulto che non ha mai fatto sport o lo riprende dopo anni di inattività, per dargli le indicazioni relative al tipo di attività a cui può sottoporsi senza rischi.
La nostra specializzazione ha la stessa valenza e durata delle altre (cardiologia, ortopedia, pediatria, ginecologia …).
Le conoscenze specifiche del medico dello sport ne fanno il principale esperto di fisiologia, cardiologia, traumatologia, alimentazione applicate alla pratica sportiva, ma nonostante ciò la medicina dello sport ed i suoi specialisti vengono spesso vituperati e mal considerati.
Non ultimo l’attacco portato dal Prof. Fedele (Società Italiana di Cardiologia) che afferma: “… tocca ai cardiologi decidere se una persona può o no praticare un’attività sportiva che potrebbe esporla a un rischio cardiaco …” e continua evidenziando come nel decreto si parli: “di elettrocardiogramma, ma non si indica la necessità di far leggere questo esame a un medico specializzato, quale può essere solo un cardiologo in questo caso“.
E se ciò fosse vero, mi chiedo allora a cosa serva la specializzazione in Medicina dello Sport, che comunque permette (più volte sono stati espresse indicazioni e conferme in questo senso dalle autorità preposte, ma forse il Prof. Fedele è poco informato …) di effettuare gli esami di base previsti dalle norme e refertarli.
Con molta sincerità Le dico che siamo stanchi di veder svilita la specializzazione che molti di noi hanno scelto perché hanno sempre creduto nella medicina dello sport e nella sua importanza e di veder considerate le nostre capacità e la nostra professionalità ad un livello inferiore a quelle degli altri specialisti.
Chiedo quindi a Lei di intervenire ufficialmente a difesa degli specialisti di cui è Presidente:
- rispondendo al Prof. Fedele: i protocolli della medicina dello sport sono riconosciuti nel mondo per la loro valenza e qualità … ma c’è ancora, dopo oltre 30 anni dalla nascita della legge di Tutela Sanitaria delle Attività Sportive, chi nega che lo specialista li possa mettere in atto
- adoperandosi sollecitamente perché vengano immediatamente effettuati tutti i controlli necessari per far si che la visita medico sportiva venga effettuata da tutti gli sportivi e sia realmente un atto di prevenzione.
Sarò lieto di pubblicare nel mio portale web la Sua risposta.
Cordialmente
Sergio Lupo
Specialista in Medicina dello Sport
Fondatore e responsabile del portale di informazione medico-sportiva “SPORT&MEDICINA”
Roma 24 maggio 2013
Cardiologi non coinvolti nella certificazione di idoneità sportiva. Fedele: è grave
Come volevasi dimostrare: ecco i primi effetti del Decreto Balduzzi … se possono certificare i medici generici perchè non i cardiologi? – “tuona” il prof. Fedele (Società Italiana di Cardiologia) contro il Decreto Balduzzi.
Ma il prof. Fedele ha dimenticato che esiste una specializzazione in Medicina dello Sport e che lo specialista può effettuare e refertare gli esami previsti dalle norme di legge (tale problematica è stata già chiarita in passato: di seguito il parere espresso dal Comitato Tecnico consultivo per la medicina dello sport della Regione Lazio)?
1- Nelle strutture pubbliche tutte le prestazioni “base” previste dalle norme di legge devono essere affidate esclusivamente agli specialisti in Medicina dello Sport e agli altri medici autorizzati (liberi docenti in Medicina dello Sport o medici in possesso dell’attestato di cui all’art. 8 della legge 26 ottobre 1971 n. 1099).
2- L’esecuzione degli accertamenti di base di cui alle tabelle A e B del D.M. 18.2.1982 (ECG a riposo, ECG a riposo e dopo sforzo con calcolo IRI, SPIROMETRIA) possono essere effettuate direttamente dallo specialista in Medicina dello Sport pubblico e privato ai fini della valutazione medico-sportiva.
Ed ora speriamo in una sollecita risposta/chiarimento del Presidente della Federazione Medico Sportiva …
Questa la nota del Prof. Fedele:
È veemente la protesta che Francesco Fedele, ordinario di Cardiologia all’Università La Sapienza di Roma e past president della Società italiana di cardiologia (Sic), rivolge contro il decreto del ministero della Salute e dello Sport dove non si citano i cardiologi tra le figure mediche che devono compilare il certificato per praticare un’attività sportiva. La causa del decesso in uno sport è quasi sempre cardiaca e, sottolinea Fedele «tocca ai cardiologi decidere se una persona può o no praticare un’attività sportiva che potrebbe esporla a un rischio cardiaco».
(Nota di Redazione: dopo questa affermazione, cancelliamo la specializzazione in Medicina dello Sport …)
Da sempre impegnato nella prevenzione cardiologica, Fedele evidenzia come nel decreto si parli «di elettrocardiogramma, ma non si indica la necessità di far leggere questo esame a un medico specializzato, quale può essere solo un cardiologo in questo caso». Il docente dell’ateneo romano non nasconde la propria preoccupazione nel contestare l’impianto del provvedimento: in una prima versione della nuova normativa, redatta alcuni mesi fa, era stata indicata la necessità di un esame specialistico. In seguito, però, anche a causa dell’impatto economico che si sarebbe così determinato sulle famiglie, il ministro della Salute Renato Balduzzi aveva ritirato il provvedimento sui certificati medici per l’idoneità allo svolgimento di un’attività sportiva, provvedimento che è stato approvato solo ora. «Se bisogna risparmiare facciamolo rinunciando a una serata in pizzeria» commenta sferzante Fedele «e non rinunciando a un esame medico così importante»
ABBIAMO SCHERZATO???!!!
Questa la comunicazione inviata dalla Federazione Medico Sportiva in data 8 maggio 2013 ai Medici Federali ed ai responsabili delle Discipline Sportive Associate e degli Enti di Promozione Sportiva:
Seguire, alla pubblicazione, le indicazioni del Decreto, seguire le indicazioni delle ASL, aspettare le circolari informative della FMSI e/o del C.O.N.I.?
Oppure attendere 30 mesi o 6 mesi, se siamo, come le società sportive, “dilettanti” o “professionisti” …?
Il Ministro Balduzzi firma decreto su certificati sportivi e defibrillatori
Il Ministro della Salute, Renato Balduzzi, di concerto con il Ministro per lo Sport, Piero Gnudi, ha firmato il decreto ministreiale “Disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri salvavita”
Leggi il Decreto
Un altra “spallata” per demolire la Medicina dello Sport e gli specialisti in Medicina dello Sport: in precedenza i certificati di idoneità per attività amatoriale e non agonistica potevano essere rilasciati dal proprio medico di Medicina Generale, dal Pediatra di libera scelta e dallo specialista in Medicina dello Sport.
Ora invece il documento firmato dal Ministro così recita:
“I soggetti non tesserati alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline associate, agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni, che praticano attività amatoriale (ovvero non regolamentata da organismi sportivi e non occasionale) devono sottoporsi a controlli medici periodici secondo indicazioni precise:
- gli uomini fino a 55 anni e le donne fino ai 65, senza evidenti patologie e fattori di rischio, potranno essere visitati da un qualunque medico abilitato alla professione e il certificato avrà valenza biennale
- I soggetti che riportano almeno due delle seguenti condizioni (età superiore ai 55 anni per gli uomini e ai 65 per le donne, ipertensione arteriosa, elevata pressione arteriosa differenziale nell’anziano, l’essere fumatori, ipercolesteloremia, ipertrigliceridemia, glicemia alterata a digiuno o ridotta tolleranza ai carboidrati o diabete di tipo II compensato, obesità addominale, familiarità per patologie cardiovascolari, altri fattori di rischio a giudizio del medico) dovranno essere visitati necessariamente da un medico di medicina generale, un pediatra di libera scelta o un medico dello sport, che dovranno effettuale un elettrocardiogramma a riposo e eventualmente altri esami necessario secondo il giudizio clinico. Il certificato dovrà essere rinnovato ogni anno;
- I soggetti con patologie croniche conclamate diagnosticate dovranno ricorrere a un medico di medicina generale, un pediatra di libera scelta, un medico dello sport o allo specialista di branca, che effettuerà esami e consulenze specifiche e rilascerà a proprio giudizio un certificato annuale o a valenza anche inferiore all’anno.”
Quindi anche uno specialista in branca diversa dalla Medicina dello Sport e, soprattutto, qualunque medico abilitato alla professione, potranno rilasciare una certificazione di idoneità all’attività sportiva amatoriale.
Nota: Immagino, ad esempio, una donna di 64 anni che viene visitata da un medico generico e poi va a fare SPINNING in palestra …
Inoltre nello stesso decreto si legge:
” … Non sono tenuti all’obbligo della certificazione … i praticanti di alcune attività con ridotto impegno cardiovascolare, come le bocce (escluse le bocce in volo), biliardo, golf, pesca sportiva di superficie, caccia sportiva, sport di tiro, ginnastica per anziani, “gruppi cammino”, e chi pratica attività ricreative come ballo o giochi da tavolo …”.
Questo vuol dire che gli iscritti alle Federazioni Golf, Caccia, Tiro … non dovranno più effettuare la visita per ottenere la certificazione di idoneità allo sport specifico?
Nota: Immagino, ad esempio, un giocatore di golf che pratica l’attività d’estate, a temperature elevate, per diverse ore …, oppure i fanatici del ballo che trascorrono in pista 3-4 ore senza interruzione: sicuramente non hanno bisogno di alcuna certificazione …
Quindi, dopo 4 anni di specializzazione in medicina dello sport (stessa durata di studio dell’ortopedico, del ginecologo, del cardiologo …), la “medicina dello sport” può essere svolta da “qualunque medico abilitato alla professione” e dagli “specialisti di branca” diversa.
Gli specialisti in Medicina dello Sport ringraziano la Federazione Medico Sportiva per la tutela della categoria ed il suo Presidente che così ha commentato:
”Un plauso al ministro Balduzzi che ha firmato il decreto che alza il livello di screening e di sicurezza e toglie una lacuna in particolare per chi va in palestra e fa marce non competitive” … ”E’ un decreto - aggiunge Casasco, Presidente della F.M.S.I., - estremamente positivo che va a impattare su costi, tempi, formazione e prevenzione a valle e a monte”.
Cosa avrà di positivo, vista la scarsa conoscenza specifica sull’argomento “valutazione dei praticanti attività sportiva amatoriale e/o non agonistica” dei medici generici, ma anche dei medici non specialisti in Medicina dello Sport? … Forse l’unica cosa positiva è che finalmente si parla di obbligo di effettuare un elettrocardiogramma a riposo anche per l’attività sportiva amatoriale e non agonistica …
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