CLARENCE SEEDORF
24.08.2013 11:59HANNO DETTO
«Nel calcio fatica a imporsi la figura dello psicologo perché gli allenatori pensano di saper fare da soli. Il calcio è indietro vent’anni rispetto agli altri sport. E questo coinvolge i settori giovanili, anche riguardo alla scelta del tecnico adatto al vivaio. Per lavorare con i bambini è necessario aver studiato, ci vuole un background pedagogico. Non penso sia indispensabile aver giocato, perché per dimostrare e correggere i gesti tecnici ci si può far affiancare da un maestro della tecnica. Il male dell’Ajax è iniziato quando hanno tolto gli insegnanti e inserito ex giocatori che ambiscono ad allenare in prima squadra. L’ambizione di chi lavora con i giovani deve riguardare il vivaio, altrimenti hai scelto male. E se non hanno competenze, probabilmente faranno anche danni. Per questo motivo chi prepara gli allenatori deve alzare la soglia e dividere i percorsi formativi. L’istruttore che ricordo con maggiore affetto, a livello giovanile, era un ciclista con due polpacci così, che non sapeva neanche calciare, ma sapeva di calcio e aveva un modello di lavoro, indicato dalla società, molto chiaro da seguire. Oggi ci si è spostati verso il personaggio …ma non funziona.”
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