obesita in eta evolutiva

21.08.2013 16:41

Il numero di bambini obesi è in drammatico aumento, basta fare un giro in spiaggia o nei fast-food per vedere scene di ogni tipo: è giusto lasciare i figli nelle mani di genitori tanto irresponsabili?

Lo so, il titolo è (volutamente) provocatorio ma, prima di indignarsi, prima di pensare che, complice il caldo di questi giorni, il sottoscritto si sia ammattito, vorrei rendervi partecipi di una semplice riflessione. Immaginate un bambino di 5 o 6 anni, o anche un po' più grande. Immaginatelo in compagnia dei genitori in una stanza per fumatori, mentre egli stesso fuma una sigaretta, e poi un'altra, e un'altra ancora dal pacchetto che i genitori gli hanno comprato. Immaginate che a metà della terza sigaretta non abbia più voglia di fumare ma la mamma lo sgridi e si arrabbi perché la sigaretta ormai l'ha accesa e ora deve terminarla tutta, altrimenti la prossima volta non gliene comprerà più, e non lo porterà in quella sala per fumatori che a lui tanto piace. Cosa pensereste di quel povero bambino? Non vi verrebbe naturale intervenire? Chiamare i carabinieri e farlo portare subito via da quell'ambiente e (probabilmente) da quella famiglia? Qualcuno si indignerebbe leggendo sui giornali "Bambino portato via dalla famiglia che lo costringeva a fumare una sigaretta dopo l'altra?". Probabilmente nessuno. Perchè? Certamente per via della consapevolezza universale che il fumo è estremamente dannoso per la salute delle persone, figuriamoci per quella di un bambino. Che genitori sono quelli che danno un simile esempio e addirittura spingono un figlio di quell'età a fumare?

Ora immaginate un nuovo scenario, seduti al tavolino di un bar un'altra famiglia, allegramente intenta a bere birra o qualche altra bevanda alcoolica in compagnia dei figli piccoli, con un'età dai 5 ai 10 anni, anche loro visibilmente ubriachi fradici ma non per questo intenzionati a smettere, anzi spronati dal papà a proseguire con la promessa che, se riusciranno a bere tutta la birra, potranno avere un bicchiere di whisky in premio! Anche in questo caso quale sarebbe la vostra reazione da spettatori? E cosa sarebbe giusto che facesse un'ipotetica assistente sociale di passaggio?

In entrambi i casi saremmo shockati per il comportamento di questi genitori, non solo incapaci di educare i figli, ma a tal punto incoscienti da consentire loro l'uso di alcool e fumo che, se è vero che inducono sensazioni piacevoli durante il loro consumo, è altrettanto vero che hanno effetti devastanti per la salute di un bambino, e non solo quella di un bambino a dire il vero.

Sin qui nessuno probabilmente si scandalizzerebbe se i bambini fossero sottratti per legge a genitori tanto irresponsabili.

Veniamo ora al caso reale, complice l'estate facendo un giro su qualsiasi spiaggia, in piscina, o semplicemente entrando in un fast-food è impossibile non notare una concentrazione sempre maggiore di bambini obesi o in grande sovrappeso, comodamente seduti accanto a mamma e papà (in genere con una stazza identica) intenti a mangiare ogni sorta di cibo spazzatura, ingozzandosi sino a che possono sotto lo sguardo quasi orgoglioso dei genitori. Anzi non di rado le frasi che si possono sentire sono "Se vuoi le patatine fritte prima devi finire l'hamburger!" o anche "Se non mangi tutto non ti ci porto più!". L'obesità infantile è una situazione riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come una vera e propria piaga sociale, capace di esporre a rischi inauditi chi ne è affetto, oltre a creare le premesse affinché un bambino obeso sia poi anche un adulto obeso.

Che l'obesità sia dunque uno dei più gravi fattori di rischio per la salute, al pari di alcool e fumo è arcinoto. Come mai allora non ci si scandalizza o non si ritiene di dover intervenire in quelle situazioni in cui i genitori dimostrano di non comprendere il danno che stanno arrecando ai propri figli? Che differenza c'è fra una mamma o un papà che spingono al tabagismo o all'alcolismo e genitori che spingono all'obesità infantile? Da un punto di vista del danno organico non c'è differenza alcuna. Anzi, a voler sindacare, i danni dell'obesità vanno ben oltre i rischi per la salute fisica dei più piccoli. Perchè se è vero che ogni bambino preso singolarmente è qualcosa di straordinario, quando si trovano in gruppo hanno una spiccata capacità di individuare qualcuno tra loro che diventa quello "diverso" e diviene oggetto di scherno e presa in giro, sommando al danno fisico provocato dall'eccesso di cibo, quello di tipo emotivo causato da una maggiore difficoltà di inserimento.

Detto questo, solo per precisare, è evidente che qui non faccio riferimento a qualche chilo di troppo, quelli si è sempre in tempo per smaltirli, né mi sognerei di immaginare l'infanzia di un bambino dove ogni piccolo peccato di gola è vietato o si instilla l'ossessione per l'addome definito. Ci mancherebbe altro, creeremmo un esercito di bambini tristi e frustati. Non sono fiducioso nei confronti degli eccessi, in nessuna direzione essi volgano, e non credo che vietare in modo assoluto un pacchetto di patatine fritte, un gelato, un hamburger o una fetta di pane con la nutella sia la giusta strada da percorrere. I divieti troppo rigidi possono avere l'effetto boomerang. Il problema non è dato da questi alimenti in quanto tali, ma dalla frequenza con la quale vengono mangiati e dalla quantità che spesso non è adatta ad un bambino. Peggio ancora associando il cibo ad una sorta di premio "Se fai il bravo ti compro le patatine fritte!", o quando questo vortice nasce dalla pigrizia di alcuni genitori che oltre ad evitare gli sforzi fisici, ritengono troppo impegnativo dedicarsi alla preparazione del cibo per i propri figli e, piuttosto che educarli alla buona alimentazione, trovano più semplice rivolgersi a cibi pronti e poco salutari.

Penso allora che se proprio non si vogliano prendere provvedimenti certamente gravi come quelli di togliere i bambini obesi ai genitori che tale obesità hanno cagionato, forse qualcuno dovrebbe preoccuparsi di istituire delle strutture apposite dove educare alla corretta alimentazione prima di tutto i genitori.

Dott.Pierluigi de Pascalis

 

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